2017

La sensibilità dell'archeologo

Il lavoro dal titolo: "La sensibilità dell'archeologo" mette in scena il processo riproduttivo della scultura: tre gambe in ferro sorreggono due elementi, uno stampo in gesso e la copia in terra cruda al suo interno, resa visibile da alcuni pezzi mancanti del calco. La scultura punta quindi a evidenziare la differenza tra originale e copia, quest'ultima sempre più piccola di dimensioni rispetto all'originale. Lo stampo in gesso smette di essere mero elemento di riproduzione, diventando attore principale, scrigno che contiene, svela e sorregge ciò che di prezioso nasconde.
La scultura propone la dialettica tra leggerezza e pesantezza: la leggerezza è rappresentata dalle gambe e dall'elemento anatomico, lo stampo in gesso rappresenta la pesantezza e la forza. La forma della scultura nasce dall'osservazione dell'acrolito di Costantino, custodito nei musei Capitolini. Le estremità della statua sono state realizzate in marmo mentre il resto del corpo era inesistente e una struttura in legno ricoperta da un drappo ne simulava le restanti parti del busto. L'elemento che ho voluto riprodurre è un ritrovamento archeologico impossibile perché fa parte del busto, non esposto e mai realizzato.

Tecnica- materiali: gesso, creta cruda, ferro cromato, resina
Dimensioni: 80 x 183 x 55 cm

OPERA FINALISTA AL PREMIO CAIRO 2017

Back